Mercoledì notte, nel cuore di San Giovanni a Teduccio, l’ingegnere Salvatore Coppola è stato brutalmente ucciso con un colpo di pistola in faccia, in un oscuro garage di un supermercato.
Un omicidio insolito, ma con un passato intricato, risalente a quindici anni fa, quando Coppola collaborò con la giustizia in un’indagine sulla corruzione nel settore immobiliare, coinvolgendo il clan Mazzarella.
L’ingegnere, domiciliato per anni sotto misure di protezione, aveva deciso di tornare a Napoli, evitando l’area est della città. Tuttavia, la sua scelta non lo ha salvato dal tragico destino. Il movente dell’omicidio sembra essere legato al passato dell’ingegnere, coinvolto in una intricata rete di corruzione e crimine organizzato.
Gli inquirenti, sotto la guida della Dda di Napoli, stanno esaminando i verbali della sua precedente collaborazione con la giustizia, cercando di identificare esecutori e mandanti. Il clamore di questo assassinio atipico ha sconvolto la comunità e sollevato domande sulla sicurezza dei collaboratori di giustizia, anche dopo anni dal loro coinvolgimento.
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