Nello scorso marzo, Benevento è stata scossa dalle drammatiche vicende emerse dagli interrogatori di garanzia riguardanti le torture inflitte a tre giovani di San Leucio del Sannio nel Rione Libertà. Oggi, emerge la decisione del GIP Vincenzo Landolfi in merito alle misure cautelari per i quattro indagati.
Emanuele Ucci, 23 anni, e Ludovico Lepore, 53 anni, difesi dagli avvocati Luca Russo e Mario Villani, restano ai domiciliari con braccialetto elettronico, avvalendosi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia. Tuttavia, il destino di Antonio Barone, 48 anni, rimane incerto, in attesa della conferma della misura cautelare in carcere dopo l’istanza di revoca presentata dall’avvocato Antonio Leone.
Il figlio di Barone, Vincenzo Cinque, 25 anni, potrebbe vedere confermati gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, nonostante le sue risposte durante l’interrogatorio siano state dettagliate e contestative delle accuse. La sua difesa, sostenuta dagli avvocati Luca Russo e Mario Villani, ha evidenziato la mancanza di riscontri negli accertamenti dei Carabinieri e nelle perizie mediche, sottolineando l’incompatibilità con le presunte violenze.
L’indagine dei Carabinieri è partita da un normale controllo di un’auto, culminando nella scoperta di un giovane ferito. Gli interrogatori hanno rivelato una notte di violenza in cui i tre ragazzi sono stati sequestrati, picchiati e torturati con manganelli e coltelli nel Rione Libertà. Oltre alle percosse, sono stati derubati dei cellulari e dell’auto, costretti a prelevare denaro da sportelli bancomat.
La comunità di Benevento ora attende con ansia l’esito delle decisioni del Tribunale, mentre l’inchiesta continua a svelare gli intricati dettagli di questa tragica vicenda.
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