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Per “il suo coraggio nel difendere, attraverso il caso di Julian Assange, il diritto alla libertà di stampa di tutti i giornalisti del mondo, testimoniando che vive in Lei la stessa ispirazione di Eleonora”: sarà Stella Moris, avvocato e difensore dei diritti umani, moglie del fondatore di Wikileaks, ad essere insignita a Napoli, giovedì 27 aprile all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del “Premio Pimentel Fonseca” nella sua VIII edizione.

La manifestazione, in programma alla vigilia della “Giornata mondiale della libertà di stampa”, aprirà “Imbavagliati”.

Nel segno di una “Perduta Umanità”, il Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 dà voce a quei giornalisti sottoposti a censura e perseguitati nei loro paesi, si svolgerà dal 27 al 29 aprile 2023. Il riconoscimento, promosso dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e Articolo21, conferito attraverso la decisione di un comitato scientifico, presieduto da Nino Daniele, è dedicato alla memoria di Eleonora Pimentel Fonseca, patriota napoletana e fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, che trovò la morte nei moti rivoluzionari napoletani il 20 agosto del 1799 a Piazza Mercato. In onore della storica giacobina, le protagoniste della manifestazione sono giornaliste e attiviste, che portano avanti la difesa dei diritti civili. “Dobbiamo smettere di trattare il suo come un caso sui generis: è un caso che riguarda la libertà di stampa, non solo per Assange, ma per tutti i giornalisti”, ha affermato recentemente Stella Moris. Avvocato e attivista, Moris nasce nel 1983 a Johannesburg, in Sudafrica, da madre spagnola e padre svedese. È la moglie di Julian Assange, che ha conosciuto nel 2011, quando è si è unita al suo team legale internazionale.
Assange è oggi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza della Gran Bretagna, in attesa che venga esaminata una richiesta di estradizione del governo Usa. Giornalista, programmatore, l’attivista australiano è cofondatore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, che dal 2006 pubblica documenti da fonti anonime e informazioni segrete, svelando i crimini di guerra della Nato in Afghanistan e in Iraq.

ansa


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